MESTRE – Il personale della Motorizzazione Civile di Mestre ha richiesto ieri mattina l’intervento della polizia. Un esaminatore, infatti, sospettava che uno dei candidati alla prova d’esame teorico per il conseguimento della patente di guida, che si stava svolgendo in quel momento, potesse essere in collegamento con persone esterne.
I poliziotti della Volante, giunti sul posto hanno preso contatti con il richiedente, il quale riferiva di credere che il sospettato avesse un oggetto di piccole dimensioni, probabilmente un auricolare, all’interno dell’orecchio sinistro.
Al termine della prova d’esame ed attesa l’uscita degli esaminandi dall’aula, gli agenti hanno proceduto al controllo del candidato sospetto, un diciottenne di nazionalità marocchina che indossava effettivamente un micro auricolare bluetooth. Dalla perquisizione personale che ne è conseguita è risultato che il ragazzo aveva addosso un vero è proprio equipaggiamento da spia.
Il candidato indossava infatti un maglione di colore blu con quattro bottoni sul davanti, l’ultimo dei quali era in realtà una minuscola videocamera collegata ad un apparecchio ricetrasmittente assicurato al torace del soggetto con del nastro isolante. Sempre con il nastro isolante, era bloccato all’altezza della spalla del ragazzo un piccolo modem, utilizzato verosimilmente per la trasmissione audio; infine, nella tasca del giubbotto, è stato rinvenuto un modem wi-fi portatile necessario per la connessione internet e la comunicazione con l’esterno.
Il giovane, vistosi scoperto, ha ammesso le proprie responsabilità e rivelato la presenza di due complici all’interno di un’autovettura parcheggiata nei pressi della rotonda del Terraglio, che suggerendogli le risposte esatte gli avevano permesso di superare la prova d’esame.
Le Volanti hanno pertanto raggiunto il luogo indicato dal giovane ed individuato l’automobile in questione parcheggiata dietro un autocarro, con a bordo due uomini, che interrogati, non hanno fornito plausibili motivazioni che potessero giustificare la loro presenza in tale area.
Gli operatori di polizia hanno quindi proceduto con una perquisizione che ha permesso di rinvenire due telefoni cellulari, utilizzati per comunicare e suggerire le risposte al giovane all’interno dell’aula e 600 euro in 12 banconote da 50 euro nella tasca di uno dei due, probabile provento dell’attività illecita. All’interno dell’auto vi era inoltre la scatola vuota del modem trovato in possesso all’esaminando ed un auricolare delle medesime caratteristiche di quello da lui indossato nonché, nel bagagliaio, un maglione in lana di colore grigio mancante anche questo del bottone posto alla base del colletto, evidentemente luogo ideale per la collocazione della videocamera.
I tre soggetti, di tutti di nazionalità marocchina rispettivamente di 18, 22 e 23 anni, sono stati accompagnati in Questura e denunciati all’A.G. in stato di libertà per il reato di tentata truffa aggravata in concorso ai danni dello Stato.
Tutti gli oggetti tecnologici sopra descritti e la somma di danaro sono stati sottoposti a sequestro.
I due suggeritori sono stati inoltre sanzionati per avere violato il divieto di spostamento in assenza delle giustificazioni richiamate dalle vigenti normative in merito alle misure di contenimento della diffusione del COVID-19.