VENEZIA – In occasione delle celebrazioni del Giorno della memoria, Fenice Education online propone due appuntamenti intorno all’opera Brundibar di Hans Krása, l’opera per ragazzi basata su un libretto di Adolf Hoffmeister che venne eseguita ufficialmente per la prima volta il 23 settembre 1943 nel lager di Terezín, nella Cecoslovacchia occupata dai nazisti. Il primo appuntamento, in programma giovedì 21 gennaio 2021, sarà un webinar gratuito dedicato agli insegnanti e destinato a contestualizzare l’opera: con la musicologa Carlida Steffan, docente di storia della musica per la didattica all’Istituto superiore di studi musicali Vecchi-Tonelli di Modena, saranno approfonditi la trama, i personaggi, lo stile musicale di Krása e il significato di questo lavoro teatrale. Il secondo appuntamento, previsto per mercoledì 27 gennaio 2021 nell’ambito del progetto La Fenice ti racconta online, verrà proposta proprio l’opera Brundibar e sarà la quarta uscita in abbonamento della serie di liriche animate: le illustrazioni di Chiara Tronchin racconteranno ai bambini la storia di Aninka e Pepíčeck, i bambini protagonisti della composizione.
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Quella di Brundibár è una storia dolorosa ma piena di speranza. Opera per voci bianche del compositore ceco Hans Krása, uno dei tantissimi musicisti che persero la vita nella tragedia dell’olocausto, fu composta nel 1938 per un concorso di opere per bambini che non si svolse mai e venne rappresentata per la prima volta, clandestinamente, nel 1942 nell’orfanotrofio ebraico della Praga occupata dai nazisti, quando il compositore era già stato deportato a Theresienstadt e le autorità tedesche avevano proibito ogni manifestazione culturale ebraica. Con le deportazioni del 1943, quasi tutto il cast si ritrovò insieme a Terezín, tanto che Krása decise di ricostruire l’intera partitura dell’opera, adattandola agli strumenti a disposizione all’interno del campo di concentramento: flauto, clarinetto, chitarra, fisarmonica, piano, percussioni, tromba, quattro violini, un violoncello e un contrabbasso. All’inizio le prove dell’opera si svolsero di nascosto, ma cambiò tutto quando le autorità naziste decisero di sfruttare questa produzione a fini di propaganda, per mostrare che le condizioni di vita nel lager erano ottimali e che vi si svolgevano anche attività artistiche e culturali. Tra le tante rappresentazioni dell’opera, è tristemente nota la replica che venne allestita nel giugno 1944, in occasione della visita di una delegazione della Croce Rossa, venuta a ispezionare il campo; quello che la Croce Rossa non sapeva all’epoca era che la realtà era ben diversa: dopo l’ultima rappresentazione del settembre 1944, la maggior parte degli interpreti e degli spettatori, incluso il compositore Krása, furono deportati e uccisi ad Auschwitz.
La storia di Brundibar, in apparenza, non tocca neppure lontanamente i temi della deportazione e della vita nel lager: è il semplice racconto di buoni sentimenti infantili che si contrappongono alla cattiveria di un adulto – il suonatore di organetto Brundibar – che assomiglia a una sorta di perfido Mangiafuoco. Grazie alla collaborazione di tre animali – un cane, un gatto e un passero – i bambini riusciranno a liberarsi di lui e dell’orrore dilagante causato dalla sua malvagità, acquisendo la consapevolezza che «la forza è nata dall’union».