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Carabinieri e Polizia Locale individuano la centrale dello spaccio in “zona Piave” a Mestre

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MESTRE – I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Mestre unitamente a personale della Polizia Locale della Città di Venezia, anche con unità cinofile, hanno inferto un importante “colpo” allo spaccio di sostanze stupefacenti nella terraferma veneziana, in particolare nell’area più sensibile di Mestre, quella c.d. del quartiere Piave.

Nel primo pomeriggio di ieri 12 gennaio infatti, Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Mestre e personale del Nucleo Operativo – Servizio Sicurezza Urbana della Polizia Locale di Venezia con unità cinofile, a conclusione di uno specifico e predisposto servizio intrapreso all’alba, hanno arrestato in flagranza di reato per detenzione a fine di spaccio di stupefacenti un uomo di origini calabresi, ma residente a Mestre, T.F. classe 1950.

Lo spacciatore, risultava gravato da piccoli precedenti di polizia non attinenti allo spaccio ma, da diversi giorni, era sotto i riflettori degli uomini dell’Arma e della Polizia Locale, i quali monitoravano i suoi movimenti e quelli dei “clienti” nella zona del centro di Mestre, più esattamente in quel quadrilatero di caseggiati tra Corso del Popolo e via Cappuccina in via Parini. Lo studio congiunto, grazie alle segnalazioni ricevute e ai servizi sul territorio espletati sia dai Carabinieri di Mestre che dagli Agenti della Polizia Locale di Venezia, hanno infatti consentito di risalire il canale dello spaccio andando a restringere l’area su cui concentrarsi. L’appartamento infatti, strategicamente posto in una zona di facile accesso per automezzi e persone a piedi, a due passi dalla zona di “via Piave”, dalla Stazione degli autobus e ferroviaria, è risultato essere un posto perfetto, in mezzo a tutto e contemporaneamente molto discreto essendo in piena zona residenziale.

Osservazioni e pedinamenti hanno poi consentito di individuare con esattezza il domicilio attorno al quale si svolgeva un sospetto via vai di persone note come tossicodipendenti e dopo che si è avuta la certezza della presenza del sospettato e soprattutto aver assicurato la necessaria cornice di sicurezza, ne scattava il controllo. Con un espediente si è proceduto a bloccare il soggetto in modo da sorprenderlo ed evitare che lo stato dei luoghi potesse essere modificato, sorprendendo sulle scale l’ultimo tossicodipendente che tentava di defilarsi dalla casa. Avuto quindi accesso all’immobile, Carabinieri e Polizia Locale, hanno proceduto alla perquisizione dell’appartamento occupato dall’uomo, come detto, insospettabile e comunque ultrasettantenne, rinvenendo nei locali inequivocabili segni di una grande attività di spaccio in corso.

In camera da letto, in bella mostra sulle coperte, subito due involucri – contrassegnati con un bollo rosso – con quasi cinquanta dosi di Cocaina da un grammo ciascuno. Dall’armadio e negli altri locali, attentamente scandagliati dai “tartufi” dei cani della Locale “Lapo” e “Coco” saltava fuori una inverosimile concentrazione di sostanze e attrezzature, a comporre il tipico kit dello spacciatore.

Ma la sorpresa maggiore gli operanti ce l’hanno accedendo all’ultimo locale, allestito come una vera e propria “alcova” del consumo per gli ospiti in transito, una novità assoluta per gli operanti. La stanza era arredata in modo spartano, ma estremamente funzionale all’assunzione della Cocaina per via orale. Piatti intrisi di polvere bianca, cannucce già predisposte, bicchieri, tessere per sminuzzare e spandere la polvere, tovaglioli per pulirsi. Un servizio degno di un tre stelle, il tutto nella massima discrezione all’interno delle mura domestiche.

All’esito della pesatura finale, la Cocaina suddivisa in micro-dosi superava il mezzo ettogrammo, al quale si aggiungeva mezzo chilo di sostanza da taglio, quasi 9.000 Euro in contanti, altro forte indice del fatto che lo spaccio andasse a gonfie vele, come già riscontrato, tra l’altro dai servizi posti in essere sul territorio. Neanche a scriverlo, assieme a tutto questo facevano bella mostra di sé tutti gli strumenti del perfetto spacciatore: bilance, sacchetti, rotoli di carta stagnola e pellicola nonché alcuni cellulari per tenere i contatti.

Per il pusher “domestico”, dopo le formalità di rito, è scattato l’arresto per possesso ai fini di spaccio di stupefacente con la messa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente.

Gli investigatori sospettano che l’uomo fosse particolarmente attivo nello smercio tra i tossicodipendenti del centro di Mestre, con buoni volumi di passaggio e zona di smercio in tutto il quartiere “Piave”.

Le attività di contrasto al fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti sulle aree sensibili della terraferma in atto da tempo proseguiranno senza sosta su tutto il territorio di competenza.

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