MESTRE – L’attività antidroga dei Carabinieri di Mestre non subisce battute d’arresto nemmeno in piena emergenza Coronavirus, tant’è che ai servizi mirati al contrasto dello spaccio sia nel “quartiere Piave” che nel parco Bissuola si affianca la quotidiana opera investigativa sottotraccia degli investigatori, in particolare dell’Aliquota Operativa della Compagnia di via Miranese, incaricati di esplorare le dinamiche di approvvigionamento e smistamento dello stupefacente.
Gli accertamenti partono, inevitabilmente, dall’apprezzabile opera di controllo coordinato del territorio che avviene sulla base di una programmazione o di interventi quando i Carabinieri hanno la certezza che un grosso quantitativo di sostanza è in transito sulla città. Questa volta l’innesco è una complessa indagine che prende piede alla vigilia della scorsa estate, da allora infatti i Carabinieri stanno dietro ad una coppia di spacciatori dediti ad una attività in larga scala, ma con micro-cessioni quotidiane proprio nella zona della Stazione Ferroviaria e via Piave con le sue vie parallele e tangenti. La coppia si mischiava ai turisti ed ai pendolari, così sperando di sfuggire al controllo delle forze di polizia, contattando i tossicodipendenti o altri piccoli spacciatori, cedendo con una continuità degna dei migliori corrieri vari quantitativi di sostanza, soprattutto Cocaina. Dopo vari riscontri sul campo e decine di dichiarazioni testimoniali tutte concordanti, per i Carabinieri il quadro accusatorio è chiarissimo e non si tratta altro che di tradurlo in una corposa informativa all’Autorità Giudiziaria che accusa chiaramente una donna di origini romena R. J. classe 1997.
Le risultanze dell’indagine dei Carabinieri diretti dalla Procura della Repubblica lagunare e pienamente condivise dal GIP hanno portato all’emissione nei confronti della donna straniera di un’Ordinanza di Applicazione della Misura di Custodia Cautelare eseguita oggi dai Carabinieri della Compagnia cittadina che la hanno accompagnata in carcere alla Giudecca.