domenica, Novembre 24, 2024
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A Mestre commemorazione del 43esimo anniversario dell’omicidio di Sergio Gori, ex dirigente del Petrolchimico di Marghera

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MESTRE – Si è svolta questa mattina in viale Garibaldi, a Mestre, la cerimonia di commemorazione di Sergio Gori, vicedirettore del Petrolchimico di Marghera, ucciso in un attentato ad opera delle Brigate Rosse il 29 gennaio 1980. A rendergli omaggio, con la deposizione di una corona di alloro sulla lapide in sua memoria, è stato l’assessore comunale Renato Boraso, insieme all’assessore alla Sicurezza Elisabetta Pesce, al presidente della Municipalità di Mestre Carpenedo Raffaele Pasqualetto e ad alcuni consiglieri municipali.

A rendere onore al dirigente, davanti al monumento eretto a pochi passi dal luogo dell’omicidio, erano presenti anche autorità civili e militari oltre a Maria Grazia Silvestri, figlia della compagna di Gori che ha sottolineato l’importanza del ricordo e della testimonianza nelle scuole, attraverso, ad esempio, la distribuzione del libro del giornalista Adriano Favaro incentrato proprio su quel periodo. Presente anche il figlio di Giuseppe Taliercio, che ha condiviso con Gori lo stesso triste destino, venendo ucciso per mano dei terroristi a Marghera il 5 luglio 1981.

“Gli anni di piombo hanno visto una sequenza terribile di eventi che hanno sconvolto la nostra città” le parole del presidente Pasqualetto, cha ha ringraziato tutti i presenti. “Gli omicidi di Sergio Gori, di Alfredo Albanese, di Giuseppe Taliercio hanno segnato la nostra storia in un momento difficile per la Repubblica e per la democrazia, in cui Mestre ha pagato un tributo altissimo”.

“Una persona onesta, un grande lavoratore che ha sacrificato la sua vita” le parole dell’assessore Boraso. “Qui siamo nel luogo fisico in cui Gori è stato trucidato e non possiamo dimenticare queste persone e queste date, ripercorrendo quei tragici momenti”. Parole dure sono state espresse nei confronti dell’esecutore dell’omicidio che – ha sottolineato l’assessore – “oltre ad essersi reso successivamente repesponsabile del reato di spaccio non ha mai chiesto scusa in maniera sincera ai familiari della vittima e non si è davvero mai pentito se non per ottenere uno sconto di pena”.

Un ringraziamento è stato infine espresso per il lavoro delle Forze dell’ordine a presidio dela città.

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