“Spero che il tema di quest’anno favorisca la riflessione sull’unità e la fratellanza dei popoli” ha detto il Santo Padre in occasione dell’inaugurazione del presepe di sabbia. All’evento hanno partecipato il Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia e il vescovo di Kiev. Taglio del nastro anche per le sculture di ghiaccio
JESOLO – Taglio del nastro ufficiale per i presepi di Jesolo. Oggi, lunedì 8 dicembre, il Patriarca di Venezia, monsignor Francesco Moraglia, ha benedetto lo Jesolo Sand Nativity, quest’anno intitolato “Sculture di Pace”. Insieme all’amministrazione, alla cerimonia ha partecipato anche il vescovo di Kiev, monsignor Oleksandr Yazlovetskij, il quale ha ricevuto dal patriarca la Luce della pace di Betlemme, giunta a Jesolo grazie al gruppo scout della città.
Durante il suo intervento, il Patriarca Moraglia ha dato lettura di un messaggio giunto dal cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato di Sua Santità, papa Francesco:
In occasione della cerimonia inaugurale della mostra dei presepi di sabbia Jesolo Sand Nativity 2022, il sommo pontefice rivolge il suo beneaugurante saluto esprimendo apprezzamento per l’iniziativa e, nell’auspicare che il tema di quest’anno dedicato alle sculture di pace favorisca un’attenta riflessione sull’apporto fondamentale della fede cristiana all’unità e alla fratellanza dei popoli, come pure espressioni artistiche e culturali. Sua Santità, mentre assicura un ricordo nella preghiera, invoca dal Signore copiosi doni celesti e invia di cuore a Vostra Eccellenza, agli organizzatori, all’intera comunità r si partecipanti tutti l’implorata benedizione apostolica.
Il percorso, composto da 10 sculture realizzate da 14 artisti provenienti da tutto il mondo, racconta episodi evangelici che rappresentano la pace come valore universale. Slegata dalla tradizione religiosa è, invece, l’opera “La tregua di Natale” che racconta un episodio storico realmente accaduto: nel Natale del 1914, durante il primo conflitto mondiale, le truppe britanniche e quelle tedesche stabilirono un cessate il fuoco spontaneo su diverse linee del fronte, deponendo le armi e giocando una partita di calcio. A impreziosire l’edizione 2022 è l’opera lignea “Il leone alato di Vaia”, realizzata per l’occasione dallo scultore Marco Martalar. L’artista ha portato a valle con sé un’altra delle sue straordinarie opere dall’Altopiano di Asiago, dove vive e lavora. La scultura è realizzata con elementi di scarto di abete rosso e sfridi di faggio raccolti nei boschi delle Dolomiti, abbattuti dalla tempesta Vaia nel 2018, e rappresenta il leone alato raffigurato sulla bandiera della Regione Veneto, unica al mondo a contenere la parola “Pace”. “Il leone alato di Vaia” è composto da 1.500 pezzi di legno e ha un peso di circa 500 chilogrammi. Misura 3 metri d’altezza, 5 di profondità e 2 di larghezza.
“Questa edizione di Jesolo Sand Nativity è particolarmente importante, perché compie 20 anni e possiamo dire che rappresenta una scommessa vinta nel prolungare la stagionalità, e poi perché lancia un messaggio forte di pace ma anche di speranza al popolo ucraino e alle terre oggi martoriate dalla guerra – dichiara il sindaco della Città di Jesolo, Christofer De Zotti -. Abbiamo cercato di essere vicini al popolo ucraino con donazioni e manifestando la nostra vicinanza, ecco perché siamo così felici che il patriarca Moraglia abbia accettato il nostro invito e onorati di poter avere con noi Sua Eccellenza il vescovo Alessandro”.
Insieme al sindaco, a rappresentare l’intera giunta, anche l’assessore al Turismo Alberto Maschio: “È incredibile come in vent’anni lo Jesolo Sand Nativity sia riuscito ad essere migliore ogni anno. È un’opera d’arte ma è anche molto altro: amore, beneficenza e comunicazione. Oggi raccontiamo la nostra località ma lanciamo anche un messaggio universale di pace, di vicinanza al popolo ucraino ma non solo”.
“Il presepio di Jesolo non è solo un’offerta estetica ma anche uno strumento per fare del bene: sono stato in Africa e lì c’è un vostro aiuto concreto nelle scuole e quindi nell’educazione e nella formazione – dichiara il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia –. La risposta che oggi date ci tocca tutti, con qualcosa che riguarda la terra di Jesolo. La sabbia, come ho sottolineato al papa nel 2018 in occasione dell’esposizione in piazza San Pietro, vuol dire spiaggia e mare ma anche lavoro. Un lavoro che diventa qui condiviso e vale come camminare insieme. La pace inizia dal mio modo di guardare gli altri, di parlare con loro e di condividere con gli altri il bene di cui sono usufruttuario. Per questo, questo presepe, parla di Jesolo e dei suoi abitanti a tutto il mondo”. Un messaggio raccolto dal vescovo di Kiev, il quale ha spiegato: “Sono molto grato al sindaco che mi ha invitato e sono felice di essere in mezzo a voi. Qui c’è un bel posto, illuminato, e sto pensando al mio Paese dove invece molti sono al buio. Gli alberi di Natale da noi sono spenti, per risparmiare elettricità che ci serve per le cose essenziali. E tutto a causa di una guerra. Noi non siamo, però, invidiosi della vostra festa ma siamo contenti per voi, perché sentiamo da parte di tutta Jesolo sostegno e vicinanza. Avete accolto molti che sono fuggiti dalla guerra e che qui ha trovato porte aperte. Per questo vi ringrazio di cuore”.
Poche ore prima, in piazza I Maggio, monsignor Yazlovetskij ha partecipato a un altro taglio del nastro, quello del Presepe di ghiaccio. Alla cerimonia hanno partecipato il sindaco De Zotti, l’intera giunta, e don Gianni Fassina, parroco di San Giovanni Battista.