Sul palco anche i due migliori studenti della sessione. Per il Comune di Venezia i saluti istituzionali di Elisabetta Pesce Assessora alla Sicurezza e Laura Besio, Assessora alle Politiche Educative
VENEZIA – Tocchi al cielo oggi in Piazza San Marco per il Giorno della Laurea dell’Università Ca’ Foscari Venezia: nel corso di due cerimonie hanno ricevuto il diploma di laurea triennale 1.104 laureate e laureati.
Entrambe le cerimonie sono state aperte come di consueto, dalla Rettrice dell’ateneo prof.ssa Tiziana Lippiello che ha rivolto un discorso di benvenuto e augurio: «Oggi festeggiate il conseguimento della laurea nel posto più bello del mondo, siete immersi nell’arte, nella bellezza e nella storia; oggi voi fate parte della storia, di Ca’ Foscari e di questa città. Siete l’immagine più bella che Venezia possa ricevere: i vostri sorrisi, le vostre ambizioni, i vostri sogni li avete coltivati qui. Grazie quindi, per aver scelto il nostro Ateneo e aver scelto questa incredibile città che per sua stessa natura ci educa a capire e quindi ad amare la bellezza e, con la sua fragilità, ci fa anche riflettere sul futuro dell’umanità e sul senso da dare a questo futuro».
La Rettrice ha inoltre sottolineato come l’incontro di culture sia un valore da coltivare e di cui fare tesoro:_«Fra di voi, oggi, ci sono laureate e laureati di diverse provenienze geografiche. Siate felici di ritrovarvi qui, oggi, insieme. La vostra gioia per questa giornata così speciale possa essere un momento di condivisione e speranza per superare barriere, bandiere e confini».
La Rettrice ha concluso con un augurio:«Incoraggiate sempre la vostra curiosità e la vostra determinazione e fatene uno strumento non solo di crescita personale ma anche di crescita collettiva. Pensate in grande, abbiate coraggio e fiducia e guardate oltre la vostra comfort zone: certo, ciò significa assumersi dei rischi ma nella vita se non si rischia almeno un po’ non ci si mette mai veramente in gioco. Ascoltatevi con sincerità e cercate l’armonia. E ricordate che se l’uomo non spera l’insperabile non lo troverà, diceva Eraclito. Oltre l’ovvio e oltre l’insperato, la speranza è il più grande motore di cambiamento».
Dal palco della Piazza hanno portato i loro saluti anche le Autorità cittadine, Elisabetta Pesce Assessora alla Sicurezza e Laura Besio Assessora alle Politiche Educative.
Nel corso della cerimonia come da tradizione hanno pronunciato un discorso i due migliori studenti della sessione, Davor Djekic ed Elena Carone entrambi laureati in Economia aziendale.
Davor Djekic: «Sono nato in Bosnia-Erzegovina, da genitori bosniaci, e ne porto l’eredità nel mio nome, nonostante sia venuto in Italia all’età di 2 anni, ed essendo quindi cresciuto qui. Ognuno di noi custodisce tantissimi semi: essi hanno forme diverse, alcuni sono più grandi di altri, alcuni sono già piante altri sono ancora fermamente sotto terra, alcuni daranno frutti mentre altri invece avranno bisogno di tantissima cura anche solo per germogliare. E va benissimo così.Quello che noi possiamo fare nel nostro piccolo, è essere un terreno fertile per i semi degli altri: essere grati quando essi ci vengono mostrati, interessarci a loro ed essere luce e acqua per farli prosperare. Molto spesso, solo così essi riusciranno a germogliare e crescere, incontrando molti terreni fertili che gli diano le energie e la consapevolezza per piantare le loro radici ed ergersi ancora più in alto».
Elena Carone: «Dopo il lockdown, quando finalmente sono tornata, siamo tutti tornati, sui banchi di San Giobbe, ho percepito un’atmosfera diversa: vitale, energica, carica di rinnovato entusiasmo. Ed è stato il mio periodo più bello a Ca’Foscari. Il periodo che mi ha dimostrato la forza che una comunità universitaria inclusiva, come è quella che si può trovare a Ca’ Foscari, sia il vero valore di un percorso di studi. Che a quel punto diventa scambio, partecipazione, solidarietà. Io ho avuto la fortuna di trovare tutto questo. Quindi mi sento di ringraziare Ca’ Foscari, come istituzione ma ancor di più come comunità, perché mi ha permesso di capire cosa volevo essere, dove volevo andare. Mi ha dato una direzione da intraprendere».
Le cerimonie si sono conclusive con il tradizionale lancio dei tocchi.