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ADICO: Nel primo trimestre ogni pensionato veneziano ha perso in media 185 euro

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VENEZIA – Trainata dai rincari di luce, gas, prodotti alimentari e carburante, l’inflazione riduce drasticamente il potere d’acquisto degli anziani, vittime di una rivalutazione programmata a gennaio su un misero indice dell’1,7%. Nel primo trimestre dell’anno, secondo i calcoli dell’Adico, in provincia ogni pensionato ha “perso” in media 185 euro, erosi appunto da una inesorabile impennata dei prezzi.  

In provincia, infatti, a gennaio si è registrata un’inflazione del 4,9%, che ha ridotto la capacità di spesa erodendo 76,55 euro sulla pensione media del Veneziano (1.562 euro lordi mensili, anno 2020, ultimo dato disponibile). A febbraio i prezzi sono schizzati al 5,4% (erosi 84,35 euro) e a marzo, prendendo il dato parziale nazionale, è aumentata al 6,5% (101,53 euro).    

Insomma, secondo le elaborazioni dell’Adico, per stare al passo con i rincari, nel Veneziano la rivalutazione delle pensioni nel primo trimestre doveva avere un (inatteso) indice medio del 5,6%, molto più alto dell’1,7% programmato a inizio anno. In pratica – al netto degli arrotondamenti -, ogni pensionato della nostra provincia per mantenere inalterato la propria capacità di spesa doveva ricevere nel primo trimestre un adeguamento medio di 262 euro, (circa 87,50 euro al mese) e invece ne ha ricevuti 77,10 (25,70 euro mensili). All’appello mancano 185 euro. Se va avanti così, dunque, a fine anno i rincari avranno eroso in media circa 740 euro per ogni pensionato veneto. Certo, nel 2023 questi importi verranno “conguagliati”. Ma, intanto, che fare?  

Ricordiamo che in provincia, secondo gli ultimi dati Inps, nel settore privato una pensione su due è al di sotto dei 750 euro lordi mensili – commenta Carlo Garofolini, presidente dell’Adico -. Una percentuale che si impenna al 70% se consideriamo solo le pensionate. E’ davvero dura per tanti anziani affrontare gli inattesi rincari del 2022, trainati anche dalla guerra in Ucraina. In questo caso la perequazione, ovvero il meccanismo con cui a inizio anno si rivalutano le pensioni in linea con l’inflazione dell’anno precedente, risulta inadeguato. Questo perché l’inflazione è schizzata alle stelle. Ricordiamo che, guardando solo al settore dell’energia, nei primi tre mesi dell’anno, secondo i dati dell’Arera, la luce è rincarata del 131%, e il gas del 94%. Gli anziani stanno subendo un grave contraccolpo economico e questo può creare problemi anche alla propria famiglia perché in questo particolare periodo storico molti pensionati hanno fornito un aiuto finanziario indispensabile per figli e nipoti, facendo per esempio da garanti sui mutui. Il governo dovrebbe dunque prevedere la possibilità di aggiornare in corsa l’adeguamento delle pensioni al costo della vita, tenendo conto dell’attuale livello di inflazione”. 

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