CAORLE (VE) – La Guardia di Finanza di Venezia ha eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal GIP presso il Tribunale di Pordenone nei confronti dei rappresentanti legali di 2 società operanti nel settore edilizio, responsabili dei reati di omessa dichiarazione dei redditi e di utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
Il provvedimento di sequestro, per un valore di oltre 500.000 euro, corrispondente all’ammontare delle imposte evase, ha interessato 9 immobili, 2 ettari di terreno e 4 conti correnti nella disponibilità degli indagati.
L’operazione è scattata al termine di un’indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Pordenone e delegata ai finanzieri della Tenenza di Caorle, che ha interessato la compravendita di un immobile sito in Friuli Venezia Giulia, formalmente perfezionata al prezzo di 700.000 euro tra 2 società del settore edile con sede in provincia di Venezia e di Verona.
Le indagini hanno permesso di accertare che la compravendita non si era in realtà concretizzata e che, conseguentemente, la fattura di vendita predisposta aveva consentito al presunto acquirente l’ottenimento di un indebito risparmio di imposta quantificato in oltre 300.000 euro, tra IRES, IRAP e IVA.
La Guardia di Finanza di Venezia ha eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal GIP presso il Tribunale di Pordenone nei confronti dei rappresentanti legali di 2 società operanti nel settore edilizio, responsabili dei reati di omessa dichiarazione dei redditi e di utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
Il provvedimento di sequestro, per un valore di oltre 500.000 euro, corrispondente all’ammontare delle imposte evase, ha interessato 9 immobili, 2 ettari di terreno e 4 conti correnti nella disponibilità degli indagati.
L’operazione è scattata al termine di un’indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Pordenone e delegata ai finanzieri della Tenenza di Caorle, che ha interessato la compravendita di un immobile sito in Friuli Venezia Giulia, formalmente perfezionata al prezzo di 700.000 euro tra 2 società del settore edile con sede in provincia di Venezia e di Verona.
Le indagini hanno permesso di accertare che la compravendita non si era in realtà concretizzata e che, conseguentemente, la fattura di vendita predisposta aveva consentito al presunto acquirente l’ottenimento di un indebito risparmio di imposta quantificato in oltre 300.000 euro, tra IRES, IRAP e IVA.
La mancata attuazione dell’operazione e la falsità della collegata fattura sono state avvalorate dagli accertamenti bancari eseguiti dai finanzieri sul conto delle società coinvolte, che hanno consentito di accertare l’assenza di movimentazioni di somme riconducibili alla compravendita.