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Mestre: quarantuno anni fa veniva barbaramente assassinato dalla Brigate Rosse Sergio Gori, ex dirigente del Petrolchimico di Marghera

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MESTRE – Una corona di fiori vicino al luogo in cui viveva e dove, esattamente quarantuno anni fa, fu ucciso in un attentato delle Brigate Rosse. È stato ricordato questa mattina, venerdì 29 gennaio, il vicedirettore del Petrolchimico di Marghera Sergio Gori, con la deposizione di una corona di fiori sulla lapide in sua memoria che si trova in viale Garibaldi, a Mestre, a pochi passi dal luogo del suo omicidio. A rendergli omaggio, in rappresentanza dell’Amministrazione comunale, l’assessore alla Mobilità e ai Rapporti con le Municipalità Renato Boraso.

Davanti al monumento in onore del dirigente presente una ristretta delegazione di persone, nel rispetto della normativa anti-contagio da Covid-19. Oltre all’assessore Boraso hanno partecipato il presidente della Municipalità di Mestre Carpenedo Raffaele Pasqualetto, Serafino Falcon in rappresentanza della San Vincenzo “Taliercio” e dell’Unitalsi Aziendale Triveneto e Maria Grazia Silvestri, figlia della compagna di Gori morta anni fa.

Photocredits: Comune di Venezia

“Prima di tutto – ha detto Boraso – voglio portare il saluto del sindaco Luigi Brugnaro e di tutta l’Amministrazione in questa importante cerimonia. Oggi ci incontriamo in un luogo che fa parte della nostra memoria che non può né deve essere cancellata. Abbiamo voluto onorare la memoria di Sergio Gori, anche se in forma diversa e rispettando le restrizioni imposte dalla pandemia, portandoci nel luogo fisico dove in maniera barbara e assurda quarantuno anni fa veniva trucidato. È essenziale ricordare sempre questi momenti della nostra storia – ha aggiunto – e fare in modo di trasmetterli alle nuove generazioni. Gli anni di piombo hanno visto una sequenza terribile di eventi che hanno sconvolto la nostra città. Gli omicidi di Sergio Gori, di Alfredo Albanese, di Giuseppe Taliercio hanno segnato la nostra storia in un momento difficile per la Repubblica e per la democrazia. Anni che andrebbero approfonditi anche tra i banchi di scuola. In quest’ottica sono felice di dirvi che è quasi ultimato un lavoro del giornalista Adriano Favaro incentrato su quel periodo che ha visto la nostra città pagare un tributo immenso. Il nostro compito, come rappresentanti delle istituzioni, è quello di ricordare, ricordare e ricordare, per non dimenticare”.

“Ho bene in mente il giorno in cui venne ucciso Gori – ha aggiunto Pasqualetto – perché lasciò sgomenti il fatto che ad essere colpito fu una persona che oltre a contribuire, con il suo lavoro, allo sviluppo del nostro territorio, era vicina ai suoi collaboratori e ai suoi dipendenti. Il lutto per la morte di Gori è tra quelli che rimangono scolpiti nella nostra memoria e in quella di chi porta ancora vivo il suo ricordo”.

Photocredits: Comune di Venezia

Ad intervenire anche Serafino Falcon che ha portato i saluti della San Vincenzo “Taliercio” e dell’Unitalsi, oltre che dei rappresentanti delle aziende e società presenti oggi nell’area del Petrolchimico, che non hanno potuto essere presenti per le restrizioni dettate dal Covid-19. “Ringrazio – ha sottolineato Falcon – il Comune e la città di Venezia che mantengono vivo il ricordo di questa persona meravigliosa”. Al ringraziamento si è aggiunta Maria Grazia Silvestri che ha portato anche i saluti di Barbara Gori, figlia naturale di Sergio. “Vivendo fuori regione non ha potuto raggiungerci di persona, – ha spiegato Silvestri – a nome nostro ringrazio per essere riusciti anche quest’anno a ricordare la memoria di Sergio. Mi dispiace che mia mamma non possa essere qui. Per anni – ha concluso – ci siamo chiesti perché questa tragedia avesse colpito proprio noi e proprio un uomo che viveva in modo semplice la sua vita e il suo lavoro”.

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